sabato 26 gennaio 2013

Murigal, il destino degli Inca

Il re Yucanpa sta morendo. Al suo capezzale, il figlio Murigal.
“Figlio mio, tuo padre è arrivato al termine della sua vita. Ascolta le sue ultime parole!”
“Sì, padre…”
“Il nostro popolo è in pericolo. La corte si è trasferita qui, nella città di Machu Picchu, allo scopo di sfuggire all’invasore spagnolo ma anche per un’altra ragione di somma importanza. Il crudele nemico, non pago di soggiogare la nostra gente, privandola della libertà e infliggendole delle tasse insopportabili, sta sterminando la famiglia reale nell’esecrabile intento di assicurare il proprio dominio e di lasciare per sempre gli Inca senza guida. Hanno versato il sangue dei miei fratelli, delle mie sorelle, dei loro figli, dei figli dei loro figli. Perisce chiunque sia sospettato di appartenere alla nostra stirpe. Ben presto, temo, del nostro lignaggio rimarremo soltanto noi due. Sei il mio unico erede, Murigal, e sei senza discendenza. Tuo padre è circondato da sudditi fedeli, O figlio mio, ma anche da cupidi cortigiani pronti a vendersi al nemico. La tua vita è in pericolo. Dovrai difenderla, proteggerla a ogni costo, ma è altrettanto vitale che tu abbia degli eredi tra cui uno possa un giorno ascendere al trono. Più numerosi saranno e più probabilità statistiche avrà la nostra famiglia di sopravvivere. Ho fatto arrivare novecento vergini da fecondare dalla capitale. Fecondale tutte e il popolo Inca sarà salvo.”
“Ma…”
“Sì, lo so che sei gay. Anch’io sono gay. Mio padre era gay. Il padre di mio padre era gay e, prima di lui, suo padre e il padre di suo padre. Ma tu devi avere dei figli. Per fecondare la donna che ti ha dato la luce, le ho imposto di indossare una maschera con i tratti dell’uomo che amavo e con lui ho immaginato di giacere. Fai come me, Murigal. Sappi che, perché accettino la maschera, devi fare un regalo alle vergini, le quali non saranno disponibili alla copula che se l’avranno indossata per almeno cinque minuti. Ricordati che dopo dieci minuti la maschera scade e svanisce. Il sistema metterà a tua disposizione tutte le maschere di cui hai bisogno e potrai usare tutte quelle che vuoi, ma dovrai ogni volta andare a prenderle fuori dalla stanza delle donne. Ti conviene dunque determinare il numero ideale di maschere da consegnare per non farle scadere e copulare il più velocemente possibile. Non perdere d’occhio le informazioni a video in alto e a destra dello schermo e stai attento ai cortigiani che faranno il possibile per impedirti di portare a termine la tua missione.”

Murigal entra nella stanza delle giovani donne. Sono disposte in cento file di nove. Offre un anello a quelle della prima fila. Poi tende a ognuna una maschera da uomo che aiuta a indossare annodando dietro la nuca i due legacci laterali. Anziché cominciare a copulare Murigal esce dalla stanza. Chiude la porta a chiave. Nel frattempo, il cortigiano Rottaca entra da una finestra, offre una collana a una delle vergini mascherate che acconsente a togliersi la maschera. L’operazione non è facile perché bisogna disfare il nodo fatto poco prima dal re. Poi passa alla seconda, le offre la collana e l’aiuta a togliersi la maschera. Non c’è più tempo: il re degli Inca apre la porta. Rottaca si nasconde dietro una colonna. Il re indossa ora una canottiera fucsia e dei collant neri. In piedi, feconda una vergine mascherata. Si avvicina alla seconda, la feconda e passa alla terza fecondando pure questa. A misura che le donne sono fecondate diventano verdi, viene loro il pancione, e si accodano alle altre donne per formare l’ultima fila. Ora si accorge che due vergini della prima fila non portano più la maschera. Esce dalla stanza. Rottaca esce dal suo nascondiglio, offre una collana a una vergine e l’aiuta a togliersi la maschera. Il re torna con due anelli e due maschere. Stesso procedimento: regala l’anello e fa indossare la maschera alle due vergini. Feconda la quarta vergine. Si accorge che manca una maschera. Esce. Rottaca ne approfitta per fare il suo regalo e togliere un’altra maschera. Entra il re, regala l’anello e fa mettere la maschera. Feconda la quinta vergine, poi la sesta. Si accorge che non potrà mantenere un ritmo accettabile se non ha almeno un margine di quattro o cinque vergini che indossino la maschera. Esce. Rottaca regala la sua collana e fa togliere una maschera. Murigal torna con dieci anelli e dieci maschere. Si rende conto che nella prima fila mancano ancora due maschere. Distribuisce due anelli e due maschere alle due donne in prima fila e il resto alla seconda fila. Feconda la settima vergine. Decide di arrivare fino a dieci e di prendere il premio. Feconda quindi l’ottava, la nona e la decima vergine a mano a mano sono pronte.
Dieci donne verdi col pancione: entra la madre del re con, in mano, una scodella.
“Ti ho preparato lo zabaione”, dice porgendo la scodella al figlio. “Ora devi affrontare il secondo livello con un numero doppio di femmine da ingravidare.”

Le regole del secondo livello sono identiche a quelle del primo, solo che, per essere pronte alla copula, le vergini devono indossare la maschera per soli otto minuti, oltrepassati i quali la maschera svanisce e il re dovrà di nuovo regalare un anello e legare la maschera. Dovrà quindi agire più velocemente e distribuire ogni volta un numero minore di maschere. Come per il livello precedente, Murigal entra con delle maschere, copula alcune vergini, esce. Rottaca offre delle collane, toglie delle maschere e si nasconde. Il re torna con anelli e maschere, le fa indossare, copula, esce…

Finito il secondo livello, il re ha diritto a un altro zabaione e passa al terzo livello con quaranta vergini da ingravidare: stesse regole il ma gioco è ancora più veloce. Il quarto livello è velocissimo. Alla fine del quarto livello, il re ha diritto a una razione doppia di zabaione, ma Rottaca ha ora un aiutante. Il quinto livello, sessanta donne da ingravidare, è per giocatori esperti. Gli aiutanti sono ora due, il tempo di attesa per la preparazione delle vergini è di quattro minuti. Nella fretta capita che il re sbagli e, invece di copulare una vergine, monti inavvertitamente uno degli aiutanti o lo stesso Rottaca quando tardi a nascondersi. I livelli si fanno sempre più difficoltosi e veloci. Al numero crescente degli aiutanti corrisponde un tempo di preparazione più esiguo. A complicare il gioco, il numero maggiore di donne da ingravidare e delle copule necessarie: si passa progressivamente da una copula nel primo livello a cinque nel decimo.

Alla fine del gioco abbiamo novecento donne verdi col pancione disposte in cento file di nove, il cortigiano Rottaca e i suoi quindici aiutanti in catene. Un uomo raggiunge lentamente il centro della scena reggendosi su un bastone. È il re Murigal. È molto dimagrito, ha le borse sotto gli occhi, la pelle che pende sotto il mento, il viso solcato dalle rughe. Non ha più capelli. È vecchio. Dietro di lui, la madre con un’enorme scodella di zabaione. Il re affonda la mano nelle parti pruriginose e si gratta vigorosamente. Dice:
“ Presto sarò padre. Le novecento madri si metteranno in viaggio con i miei figli in braccio. Percorreranno dei sentieri impervi, delle discese ripide, attraverseranno deserti, steppe, oceani. Qualcuna cadrà in un burrone, un’altra affogherà nelle acque mefitiche di uno stagno, altre saranno trucidate dall’abietto spagnolo, ma molte faranno ritorno nelle loro case. Cresceranno con amore il futuro re degli Inca. Lo proteggeranno al prezzo della loro stessa vita. Lo cureranno delle sue malattie, lo nutriranno, gli daranno il ciuccio. Ma uno soltanto occuperà il mio posto e regnerà. Chi di loro porterà questa corona? Avrà il mio aspetto? Guarderà la vita con i miei occhi? Amerà le cose che amo io? Bacerà con le mie morbide labbra? Gli piacerà la salsiccia? L’esistenza è un mistero, ma di una cosa sono sicuro: il popolo Inca ha ancora un futuro. Niente e nessuno potrà mai impedirci di prendere per mano il nostro destino.”