Ci sono arrivato per ondate successive di scoperte personali e di spiegazioni di amici o scolastiche. Sapevo insomma che gli animali si dividevano in ovipari e mammiferi. Quest'ultima parola mi metteva un po' di paura perché per assonanza o altro (vai a sapere che cosa passa per la testa dei bambini) l'associavo ad animali enormi pieni di latte. Guarda caso a scuola ci insegnarono, insistendo pure sul concetto, che le balene sono niente meno che dei mammiferi.
Fin qui ci arrivavo: per quanto sorprendente la balena è un mammifero, ok. Ma niente mi preparò alla vile insinuazione di un amico che mi disse quasi ridendo che le donne sono a loro volta dei mammiferi e cioè delle balene. In un certo senso potevo anche non sentirmi parte in causa in questa storia perché il mio amico aveva detto che le donne sono dei mammiferi e non gli uomini - ero salvo insomma - ma destino volle che avessi come tutti gli altri una mamma e quel mio amico diceva che mia madre è una balena.
Ma non fu solo questa scoperta a rendermi la vita un inferno. Il fatto è che eravamo in attesa di un fratellino - o di una sorellina - e da quel giorno ci fu una terza possibilità: mio fratellino o mia sorellina poteva essere una piccola balena a sua volta e già l' immaginavo che nuotava e spruzzava acqua nell'acquario in camera dei miei.
Il resto l'ho scoperto grazie a quel libro proibito nascosto nell'ultimo ripiano della libreria di casa.
Avessi detto "moscone", avrei capito, ma non l'ho detto, e se l'ho detto non me lo ricordo.
domenica 19 dicembre 2010
La triste storia di Adele Fiori
Ascoltate signore e signori, ascoltate la triste storia di Adele Fiori su cui la sorte crudele ha scatenato le sue ire e lanciato tre bombe a mano. Mi ascolti? Sì, ti ascolto. Ah, credevo che non mi ascoltassi. Venite farfalle, venite gente, avvicinatevi prego. Basta così. Ascoltate la triste storia di Adele Fiori che incontra l’amore e che dall’amore viene tradita. Prima: ciao amore come stai? Bene? Sì, bene, grazie. Dopo: sono triste e sola e poi non ti amo più. Crollano i palazzi, si spaccano i cuori, il cibo fa schifo, ha voglia di vomitare. Sei incinta? No. Signore e signori, non si amano più. Non si amano più ma dormono nello stesso letto. Dormono, si fa per dire perché lei fa degli incubi. Sogna dei calamari e dei polpi giganti e poi si sveglia in piena notte. Non dirmi che sei diventato un polpo gigante e che stai per mollare l’inchiostro nel letto! Non lo sopporterei, ne morirei! E invece sì. Ma non è inchiostro: è gas asfissiante! Che puzza! Se non vi interessa la mia storia andatevene pure, staremo meglio soli. Sì, gas asfissiante e Adele Fiori non voleva morire asfissiata. E’ inverno. Lo so che siamo in estate. E’ inverno nella storia. Apre la finestra e si spinge più all’infuori che può. Ora sono due le puzze: quella di scoreggia del marito e quella della mondezza nella strada. Adele Fiori preferisce la puzza della mondezza. Vola giù. Per un attimo batte pure le ali e immagina di essere una rondine di primavera. Per quelli dell’ultima fila che non l’hanno capita: Adele Fiori muore. I vulcani eruttano, scoppiano le bombe atomiche, scappano i topi, piangono gli animali della foresta. Il marito, che è stato svegliato dalla propria scoreggia, si gratta e dice: non ho neanche bisogno di divorziare. La storia è finita. Se vi è piaciuta, bene, altrimenti peggio per voi, vuol dire che non vi piacciono le mie storie.
domenica 12 dicembre 2010
Nuovo metodo pratico per superare la velocità della luce
Lo abbiamo messo in pratica con ottimo successo nei nostri centri operativi dopo un numero limitatissimo di sperimenti a sottolineare la precisione dei dati dei nostri elaboratori e la giustezza delle nostre teorie. L’utente domestico non avendo, ovviamente, la stessa dotazione di attrezzature del nostro Centro né disponendo di ampi finanziamenti pubblici e privati, può procedere come segue:
1. Disporre su rotaie perfettamente rettilinee e dalla lunghezza totale di 20 chilometri un vagone vuoto lungo 1000 metri che chiameremo vagone A;
2. all’interno del vagone A impiantare delle rotaie su tutta la lunghezza del vagone;
3. collocare su queste rotaie un vagone – vagone B – dalla lunghezza di 50 metri in scala cioè di 1/20;
4. ripetere all’interno del vagone B le operazioni 1 e 2 in maniera da ricavare il vagone C;
5. supponendo che la velocità raggiungibile da ogni vagone sia di 1000km/s si dovranno ripetere le operazioni 1 e 2 per ben altre 298 volte in modo da ottenere 300 vagoni l’uno nell’altro;
6. a questo punto con un solo telecomando far partire i vagoni contemporaneamente. In base alla teoria della relatività ristretta le velocità dei vagoni si sommeranno permettendo al vagone più piccolo di raggiungere poi superare la velocità della luce che è, come ben sapete, di 299 792,458 km/s;
7. frenare.
venerdì 3 dicembre 2010
Luogo comune
E’ tempo di sfatare il luogo comune che i fulmini cadano più volentieri sui bagni degli uomini che su quelli delle donne. Gli argomenti che più spesso si adducono a sostegno di questa teoria sono, in primo luogo, che l’uomo rimane generalmente in piedi per espletare le sue funzioni corporali mentre la donna è sempre seduta e, in secondo luogo, che essendo provvisto naturalmente di parafulmine è più facile che venga colpito dalle saette. Il fatto è che questa tesi parte dalla considerazione errata che tutti gli uomini sguaino per l’occasione una ferramenta da moschettieri. La verità è ben diversa da questa immagine trionfale dell’uomo: con l’andare degli anni, con lo stress,con i fattori ansiogeni, e chi più ne ha più ne metta, l’armamentario maschile rassomiglia sempre più a una messa a terra e costituisce quindi per il suo portatore più una protezione che un pericolo.
Psicologia della raccolta differenziata
Nel nostro quartiere, la domenica e il lunedì il servizio di nettezza urbana non effettua nessuna raccolta dei rifiuti. Così il martedì mattina l’umido è grasso e scoppia di salute come un maiale da macellare. Il secco del mercoledì è abbondante per le stesse ragioni e allegro straripa dai secchi e dalle buste. L’umido del giovedì è sobrio, contenuto, in pace con se stesso. Il venerdì è la volta del vetro, dell’alluminio e del ferro che dignitosi e disciplinati aspettano il loro riciclo. La mattina del sabato si butta tutto, tutto, e la mondezza di quel giorno è gravida delle promesse di un giusto riposo.
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