Uno si chiede: “Ma come fanno gli altri a non ritrovarsi
ogni volta nel cassetto del comò quei vecchi calzini bucati o quelle mutande slavate? Ma
che cos’è? La maledizione della mummia? È possibile che ogni santa mattina mi
debba mettere quella roba là? Eppure non passa una settimana, o al massimo un mese, che non compri un paio
di calzini e di mutande nuovi!” Cerchiamo perciò di analizzare questo singolare
fenomeno, limitandoci al ciclo infernale dei calzini, per capire meglio dove
tutti noi sbagliamo. Ho detto bene: tutti noi.
È la mattina di un giorno qualsiasi della settimana e dobbiamo recarci al lavoro. I minuti come al
solito sono contati. Questo significa che se decidiamo di prendere un secondo
caffè o di vedere le previsioni del tempo alla TV abbiamo il ritardo garantito,
con annesso il capo imbufalito con orologio da polso gigante. Usciamo dal bagno
con addosso l’accappatoio o l’asciugamano grande intorno alla vita, apriamo il
cassetto e… afferriamo i primi calzini che ci capitano sotto mano. Sono proprio
quelli che avevamo deciso mille volte di buttare perché più che a dei calzini
rassomigliano a delle mitaine, che sarebbero i guanti senza le dita che mette la Littizzetto, solo che noi ce li mettiamo ai piedi. No,
quelli no! Primo errore: anziché andare rabbiosamente alla pattumiera, che
guarda caso, sta sotto il lavello di cucina e non in camera, rimettiamo
candidamente i calzini bucati nel cassetto promettendoci di buttarli al nostro
ritorno dal lavoro. E prendiamo allora il secondo paio di calzini che ci
capita: quelli sportivi con la scritta che stranamente, nonostante i secoli, si può
leggere ancora.
Secondo errore: al ritorno dal lavoro ci buttiamo affamati
sulla pasta fumante e ci dimentichiamo completamente dei calzini, i quali si
salvano per l’ennesima volta.
Terzo errore: rieccoci in bagno per un’altra abluzione. Ci
siamo tolti le scarpe, la camicia, insomma ci dobbiamo solo levare l’intimo,
calzini compresi. Che facciamo, corriamo in mutande in cucina a sbarazzarci dei
calzini slavati e pluribucati? Certo che no: li prendiamo e li affidiamo al
portabiancheria o li depositiamo nel cestello della lavatrice che sta là a
bocca aperta. Vengono poi rilavati, ristesi e risistemati amorevolmente nel
nostro cassetto. Tutto qui.
Della scritta volevate sapere? Va bè, ve lo dico: nei miei
calzini c’è scritto “Italia 90”.
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