Non faccio più ritorno in Italia da più di quarant'anni ormai. Sapete, si può andare via con qualcosa di più di una zolla del proprio paese attaccato alla suola delle scarpe. Mi manca tutto dell'Italia, tutto, dalla chiacchiera colorata della gente in canottiera ai tiramisù, dai treni ritardatari al caldo appiccicoso dell'estate a cui solo una fetta di anguria sapeva dare sollievo. C'è una cosa però che mi manca di più: è la mia lingua. Voglio dire la lingua che si parlava allora, con i suoi accenti marcati, le sue espressioni. Una lingua cambia nel tempo e non vorrei che la mia fosse tanto cambiata da sembrare ridicolo parlandola. Se dovessi un giorno tornare in Italia desidererei parlare come parlavo allora e usare le stesse parole della mia giovinezza, specialmente quelle che ogni ragazzo a modo utilizzava nel rivolgersi a una signorina. Oggi, credo di sapere, i giovani non conoscono più regole, sono spesso volgari e non rispettano la sensibilità femminile.
Ecco, vi spiego, ho finalmente deciso di prendere moglie e di intraprendere una corte regolare ma educata a una vedova italiana appena arrivata qui a Stoccolma. Ma ho un'immensa paura, parlandole come ho sempre parlato, quella di apparire "démodé" nel mio linguaggio e volevo sapere da voi che vivete in Italia se ancora si usano queste parole: "natiche", "pudenda" e "didietro". Pensate invece che mi debba aggiornare e adeguare? Insomma, aiutatemi a non fare delle brutte figure.
Ah, a quella lista volevo aggiungere "susina": si usa ancora "susina"? Ai miei tempi andava forte la parola "susina". Nei bar, per esempio, i maschi, parlando della loro dirimpettaia, dicevano ammirativi: "C'ha una susina, quella!"
La peschettina poi ai miei tempi era una parola a luci rosse! C'era addirittura una casa chiusa che aveva per insegna "La gloriosa peschettina". Ci andavamo tutti in massa tanto era forte il richiamo! È vero quanto si dice che in passato ci si divertiva con poco o niente. C'era poi un'espressione che era il massimo: "Signora, lei ha un delizioso spaccanapoli!" Si usa ancora "spaccanapoli"? A proposito: Stoccolma sta in Norvegia o in Danimarca?
Avessi detto "moscone", avrei capito, ma non l'ho detto, e se l'ho detto non me lo ricordo.
lunedì 30 luglio 2012
mercoledì 18 luglio 2012
Oggetti pericolosi
Avete mai letto la lista degli oggetti pericolosi che non si
possono assolutamente trasportare nel proprio bagaglio quando si prende
l’aereo? Vediamone alcuni dall’elenco ufficiale della Easyjet:
-
Bombola di gas. Voi avete mai viaggiato con una
bombola di gas sul spalle, quella da 25 chili? Sì? Ora non lo potete più fare.
-
Veleni, quali insetticidi, diserbanti, arsenico
e cianuro. Direi che ci sta: c’è sempre qualche agricoltore invitato da un
amico agricoltore che porta con sé un sacco da 50 chili di diserbante o di
veleno per topi;
-
Materiale
radioattivo. È chiaro: vietato portare con sé dell’uranio arricchito, bombe
atomiche o cose del genere;
- - Sostanze infettive, quali batteri e virus. I
viaggiatori, qualora fossero a conoscenza che c’è un untore a bordo, sono
caldamente pregati di segnalarlo al personale;
- - Armi da fuoco ed esplosivi, quali pistole, armi
automatiche, munizioni incluse cartucce a salve: i ricordini di un vostro
precedente viaggio in Afganistan lascateli a casa;
- - Giocattoli o pistole giocattolo (in plastica o
metallo): oltre il 90% delle pistole usate nei dirottamenti sono delle pistole
giocattolo, quindi vietatissime in aereo;
- - Catapulte, balestre, fiocine. Dovete fare un
film sull’ assedio di un castello medievale oppure girare un documentario sugli
antichi romani? Niente catapulta o cose del genere in aereo!
- - Asce, accette, frecce, freccette. Dovete fare
invece un film ambientato in età preistorica? Sappiate che le armi d’epoca sono
proibite;
- - Sciabole, spade e bastoni con lama nascosta. Per
i film di cappa e spada tipo D’Artagnan stesso divieto di cui sopra ( e poi
parlano di crisi del cinema!)
- - Pagaie per kayak e canoe;
- - Estintori. Avete paura che si dichiari un
incendio a bordo? Ci dovrete convivere perché è vietatissimo portare con sé il
vostro caro estintore da casa.
Nel caso abbiate intenzione di girare Rambo
VI o VII non potete portare con voi:
- - Sostanze esplosive e infiammabili;
- - Munizioni, esplosivi e ordigni esplosivi;
- - Spolette e micce;
- - Detonatori e combustibili;
- - Repliche o imitazioni di materiali o ordigni
esplosivi;
- - Mine e altri materiali militari esplosivi;
- - Granate, fumogeni o cartucce;
Strano, il carro armato non l’ho trovato nella lista. E
neanche la mongolfiera.
martedì 17 luglio 2012
Al Caf
E poi si stupiscono se sono nervoso. Ci sarà una ragione per cui una persona mite e rispettosa delle regole come me un giorno prende e s’incavola! O possono incavolarsi solo gli stronzi? Ditelo se le cose stanno così! Due ore di attesa al Caf, con gente che salta la fila come al supermercato, due ore: ci avrò diritto a essere servito come Dio comanda, o no? Prego si accomodi, mi fa. Mi siedo.
Riaggancia con un sorriso di scusa. “Bene, bene, bene! Allora?”
Squilla il suo telefono. “Sì, la detrazione al 20% se ha i figli a carico, altrimenti niente… A carico suo, non di sua moglie… prego, arrivederci!”
La classica persona che trova più comodo telefonare che fare la fila…
“Allora, che cosa posso fare per lei?”
Risquilla il telefono. “Pronto! No, non mi disturbi… La ristrutturazione? Ma certo: portami tutte le ricevute che ti sistemo tutto, ciao-ciao-ciao-ciao”
Poi mi guarda: “Tornando a noi: è per il 730?”
E daje col telefono! “Pronto! Mi faccia pensare… Se lei possiede una prima casa è chiaro che il sottotetto è pertinenza e paga il 4 per mille. Siete in comunità dei beni? Sì? Allora la storia è un po’ più complicata. 50% è pertinenza e paga il 4 per mille e l’altro 50% paga il 7,6 per mille perché sua moglie non avendo una prima casa non può possedere neanche una pertinenza dell'abitazione principale. Sono stato chiaro? Ripeto: se siete in comunità…”
Mezz’ora! Mezz'ora di telefonata! E io lì come uno scemo con il mio 730 già compilato e pronto per la consegna! E poi si stupiscono!
Riaggancia con un sorriso di scusa. “Bene, bene, bene! Allora?”
Allora il telefono squilla.
Questa volta ho chiamato io. Non mi crederete: in meno di trenta secondi gli ho consegnato il 730 e sono uscito dal Caf.
Questa volta ho chiamato io. Non mi crederete: in meno di trenta secondi gli ho consegnato il 730 e sono uscito dal Caf.
Il triliardo
È possibile trovare la felicità nei
numeri? Da quando ho scoperto il triliardo sono convinto di sì. Sapete che cosa
succede quando uno scopre il triliardo? Succede che contemporaneamente appaiono
davanti a lui tutte le altre possibilità: triliardo quindi quadriliardo. E
quindi quintiliardo, sestiliardo, settiliardo, deciliardo, e altri ancora che
hanno il sapore dell’infinito.
E poi ci sono i bilioni, i trilioni, i quadrilioni, i quintilioni, i decilioni,
i quindecilioni, e quando andiamo oltre, ipotizzando milioni e milioni di
noniliardi, è il sogno allo stato puro. Che cosa puoi contare con questi
numeri? Il debito pubblico? No: le stelle e soltanto quelle.
La notte di San Lorenzo sei sdraiato
sulla spiaggia con la famiglia. Guardate il cielo stellato bombardato ogni
tanto da desideri luminosi, e il piccolo ti chiede: “Secondo te, papà, quante
stelle ci sono in cielo?” Questo sì che è un colpo di fortuna! E allora tu
senza sembrare, raschi nel più profondo di te stesso quei numeri magici e gli
piazzi la seguente combinazione: “Settantaseitrilioni di quadriliardi di
nonilioni”.
E sei al settimo cielo.
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