Non faccio più ritorno in Italia da più di quarant'anni ormai. Sapete, si può andare via con qualcosa di più di una zolla del proprio paese attaccato alla suola delle scarpe. Mi manca tutto dell'Italia, tutto, dalla chiacchiera colorata della gente in canottiera ai tiramisù, dai treni ritardatari al caldo appiccicoso dell'estate a cui solo una fetta di anguria sapeva dare sollievo. C'è una cosa però che mi manca di più: è la mia lingua. Voglio dire la lingua che si parlava allora, con i suoi accenti marcati, le sue espressioni. Una lingua cambia nel tempo e non vorrei che la mia fosse tanto cambiata da sembrare ridicolo parlandola. Se dovessi un giorno tornare in Italia desidererei parlare come parlavo allora e usare le stesse parole della mia giovinezza, specialmente quelle che ogni ragazzo a modo utilizzava nel rivolgersi a una signorina. Oggi, credo di sapere, i giovani non conoscono più regole, sono spesso volgari e non rispettano la sensibilità femminile.
Ecco, vi spiego, ho finalmente deciso di prendere moglie e di intraprendere una corte regolare ma educata a una vedova italiana appena arrivata qui a Stoccolma. Ma ho un'immensa paura, parlandole come ho sempre parlato, quella di apparire "démodé" nel mio linguaggio e volevo sapere da voi che vivete in Italia se ancora si usano queste parole: "natiche", "pudenda" e "didietro". Pensate invece che mi debba aggiornare e adeguare? Insomma, aiutatemi a non fare delle brutte figure.
Ah, a quella lista volevo aggiungere "susina": si usa ancora "susina"? Ai miei tempi andava forte la parola "susina". Nei bar, per esempio, i maschi, parlando della loro dirimpettaia, dicevano ammirativi: "C'ha una susina, quella!"
La peschettina poi ai miei tempi era una parola a luci rosse! C'era addirittura una casa chiusa che aveva per insegna "La gloriosa peschettina". Ci andavamo tutti in massa tanto era forte il richiamo! È vero quanto si dice che in passato ci si divertiva con poco o niente. C'era poi un'espressione che era il massimo: "Signora, lei ha un delizioso spaccanapoli!" Si usa ancora "spaccanapoli"? A proposito: Stoccolma sta in Norvegia o in Danimarca?
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