Avessi detto "moscone", avrei capito, ma non l'ho detto, e se l'ho detto non me lo ricordo.
martedì 8 gennaio 2008
A me le castronate...
A me le castronate piacciono da morire. Solo che tutti mi prendono sul serio. Qualunque cosa dica, la gente ci crede. Sarà il modo che ho di esprimermi, sarà l’espressione del mio viso… Voglio dire, se dico una scemenza, un fatto assurdo, è per ridere e per fare ridere, mica per essere creduto. E poi, quando ti credono è difficile tornare indietro e rivelare che ti sei inventato tutto. La gente si potrebbe anche offendere. Eppure le cose che dico sono sì plausibili ma anche sufficientemente assurde per capire che scherzo. L’altro giorno, per esempio, ho detto a dei conoscenti, a gente che non bazzica nel mio ambiente, che un insegnante della mia scuola mi ha raccontato di avere sorpreso il preside mentre correggeva i voti dei professori nei registri personali che si era fatto portare in presidenza. Bene, quelli a cui ho raccontato quest’assurdità non solo mi hanno creduto, ma hanno anche voluto dei particolari. E io li ho serviti. Il preside, ho mentito, con la penna dello stesso colore con cui erano stati trascritti i voti, trasformava i tre e i sei in otto. Col quattro e col due era più difficile mentre il cinque poteva rimanere così tanto qualche sei o tre da portare su si trovava sempre. Sì, perché i voti sui registri personali vengono riportati in cifre arabe mentre si scrivono in tutte lettere solo nelle pagelle. Volete sapere come ha fatto l’insegnante a vedere tutto ciò? Mi sono inventato che era stato precedentemente convocato dal preside e che prima di uscire aveva frainteso una sua frase, che so, aveva capito di aspettare nel corridoietto davanti all’uscita in un punto dove non poteva essere visto. Il preside lo faceva fuori, insomma, ed era convinto di essere solo in presidenza. Perché avrebbe fatto una cosa simile? Per non avere molti bocciati nella sua scuola e incoraggiare le iscrizioni. Sapete con l’autonomia le scuole sono ora in diretta concorrenza come qualsiasi impresa. Li dovevi vedere i miei conoscenti, tutti a bocca aperta, pronti a credere a qualsiasi cosa avessi detto! Non si sono neanche chiesti se gli insegnanti si fossero accorti di nulla. Sì, perché quando spari a zero contro qualcuno, anche contro una categoria intera, tutto è buono, soprattutto i colpi bassi anche se la categoria dei presidi è un po’ al di sopra del mucchio perché è un boccone più prelibato l’insegnante. Quante se ne dicono sull’insegnante! Tornando alla mia invenzione, vi devo dire che più aggiungevo dei dettagli croccanti più m’ascoltavano, come quando ho detto che il preside s’infilava il dito nel naso e nelle orecchie e che ridacchiava da solo dietro il suo pizzetto, probabilmente immaginando la faccia del docente costretto a promuovere uno che non sopporta proprio. Non so se siate d’accordo con me ma a me quelli col pizzetto, quando ridacchiano, mi fanno ridere. Ad un certo punto, ho continuato, il preside ha fatto una scoreggia rumorosa. Il mio collega, ben nascosto dietro l’angolo, ha tentato di trattenere le risate ma più si sforzava e meno ci riusciva e fu costretto a uscire cercando di non fare a sua volta rumore. Chiudendo la porta dietro di sé sentì un’altra scoreggia, molto più forte della prima. Solo allora, dileguandosi nei corridoi affollati ha potuto ridere tutto quanto aveva in corpo. Inutile dire che fu un po’ preso per pazzo o per lo meno per un tipo stravagante da tutti quelli che lo guardavano passare ridendo a crepapelle. In un certo senso l’invidio. Almeno lui riesce a fare ridere. Ad ogni modo, voi ricordatevi che mi sono inventato tutto e spero che non andrete in giro a spifferare che il preside della mia scuola corregge i registri e che mentre corregge scoreggia. Ma se proprio non ce la fate a non dirlo non dite che ve l’ho detto io.
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