Nel pentolone finiva di bollire un bel minestrone dove i ceci la facevano da padroni. Il cuoco, paradossalmente magro, sembrava a momenti un druido nelle sue nebbie nordiche che rimescola un misterioso intruglio. Il vapore, che stratificava sotto il soffitto della cucina, decise di uscirne e di inondare l’intera mensa universitaria nella quale stavano per riversarsi gli studenti già disposti in una lunghissima fila che partiva dalla cassa e risaliva due rampe di scale sino al pianterreno. Ai primi studenti pervenne un odore più ricco di quello di partenza, come se questo avesse fatto la scarpetta ai muri da sempre abbelliti nella parte superiore e agli angoli da una spessa patina di muffa. Il primo della fila ipotizzò: “Minestrone con ceci e funghi.” Gli effluvi, che non volevano saperne di rimanere richiusi lì, si precipitarono per le scale, avvolgendo al passaggio scarpe e calze e impregnando loden, sciarpe e barbe.
L’ultimo della fila azzardò: “Minestrone con ceci, funghi, cavoli e tanto formaggio.”
1 commento:
Lo avevo letto mesi fa sul forum Scrivere ed ero rimasto colpito dalla tua capacità di creare un piccolo mondo in uno spazio limitatissimo: non c'è una parola di troppo, e mi sento di poter dire anche che non ne manca nessuna.
Fossi in te, arrivato a 99 mini-racconti, li raccoglierei in un volume unico e li proporrei a una casa editrice... di quelle vere naturalmente ;-)
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