Avessi detto "moscone", avrei capito, ma non l'ho detto, e se l'ho detto non me lo ricordo.
giovedì 30 luglio 2009
Canto d'amore
In piedi dietro il suo carrello, l’aria smarrita nella corsia dei surgelati, canta una balena. Il suo canto è una vibrante melodia di ultrasuoni che l’orecchio umano non è in grado di udire e tanto meno di interpretare. La balena si sente sola senza il maritino che ha perso di vista appena entrati nel supermercato. Lei si era fermata perché attratta da una promozione su una pizza, lui aveva proseguito diritto adescato da una promessa di fritto misto. Eccolo - è una balena pure lui - contro il bancone della pescheria a desiderare i suoi consimili. Sente il richiamo della moglie. E’ bellissimo, toccante, pizzica le corde giuste. E allora non sa resistere. Alza gli occhi al cielo, insomma al soffitto, e lancia il contrappunto più struggente che l’amore possa ispirare. Presto sarà da lei, le note che attinge dal più profondo del cuore volano alte nel blu e si tuffano mute in un oceano che solo i loro occhi umidi sanno vedere. Il supermercato è ora in tempesta, le onde s’infrangono sulle casse delle sirene, i flussi trascinano via dei clienti e ne portano altri in un rotolare continuo di sassi levigati mentre i gabbiani impazziscono sulle scie spumose. Il marito, nuotando controcorrente, ha raggiunto la moglie. Il bagnino infreddolito alza la bandiera rossa. I bambini sono troppo presi dalla costruzione dei loro sogni di sabbia per dare ascolto ai genitori.
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