C’era sempre a Natale quando si giocava a pitzu, culu o costa. Il gioco consisteva nel prendere una nocciolina, farla girare e indovinare in quale posizione si sarebbe fermata rispetto a un punto di riferimento qualsiasi: un’altra nocciolina, una noce o l’angolo del tavolo. Mio zio prendeva la nocciolina tra il medio e il pollice e con un colpo magistrale la faceva girare a tutta forza. C’erano tre posizioni possibili: pitzu, culu o costa e cioè la punta, il fondo o il lato. E quando aveva eseguito il suo colpo da maestro, chiedeva all’orda barbarica di fratelli e cuginetti “PITZU, CULU O COSTA? “ Invariabilmente e unanimemente la risposta era “CULU!” E allora, solo e esclusivamente per la nostra gioia, mollava una di quelle scoregge che facevano sbattere le porte. Ed erano risate da non più finire…
Ora sto qui, solo nel parco. I bambini sono ancora a scuola e mia moglie è andata al supermercato. Quanto pagherei per ritrovarmi una nocciolina in tasca!… Ma ho un pennarello e quasi quasi sul banco di legno ci scrivo una cosa che non ho potuto dirgli quando ancora era in vita. Occhiata a destra, occhiata a sinistra. Ma sì! la scrivo: TVB…
Sì, va bene, molto infantile, ma da lassù lui capirà.
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