Le diede un ceffone, un ceffone talmente forte che in quel momento sembravano Johnny e Gilda nella famosa scena del film. “Dov’eri? Perché ci hai messo tanto tempo?” Lei che lo fissava con gli occhi dell’amore e lui che infieriva con le parole.
"Non sai quanto ti ho aspettata, non sai quante sigarette ho fumato e quanti caffé ho bevuto. Dov’eri quando cercavo i tuoi occhi nella folla, quando cucinavo dei minestroni che mi dovevano bastare per tre giorni e mi facevo gli orli da solo? E quando poggiavo la faccia sulla piastrella fredda del bagno per sognare un tuo bacio caldo e piangere? E la gente che rideva di me… - Non ce l’hai la moglie? Forse non hai trovato la donna giusta?… Non dirmi che ti stiri le camicie da solo! Odio gli uomini che stirano! - Ma vai a prendere per il culo tuo fratello finocchio, va! E tu, è da un’eternità che ti aspetto, amore mio. Sbarchi nella mia vita solo ora, ora che non ti aspettavo più e pensavo di vivere il resto dei miei giorni nella gelida e rassegnata solitudine, fingendo che fosse una mia scelta. Mi entri in casa così, senza chiedermi scusa per il ritardo, ora che ho quarant’anni e qualche acciacco. E i bambini, eh, non ci hai pensato ai bambini? Non ti sembra che sia giunto il momento di cominciare a farli questi bambini? Dai sbrigati, amore mio, altrimenti nascono già con la barbetta. Ti do un minuto. Ho aspettato quarant’anni, posso aspettare un minuto…"
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