venerdì 29 ottobre 2010

Fedeltà o dipendenza?

Uno che rimane una vita fedele a una casa automobilistica e, attraverso questa, al proprio paese, si capisce. C’è l’alfista sfegatato, che, sentendosi in dovere di dare il suo contributo all’economia italiana, compra italiano, chi da sempre e nonostante la caratteristica ruggine ha avuto una Fiat, ma c’è anche chi compra straniero, come me, e si vota all’acquisto di Renault, Peugeot, Ford o Toyota. Io compro Lada: carrozzeria come non ne fanno più, motore rombante, volante, freno a mano. Ma una a marca di carta igienica, perché esserle sempre fedele? Non si sa neanche di che paese sia la carta igienica…

Tempo fa lessi che alcune note marche di sigarette aggiungevano qualche subdola droga nel loro tabacco al fine di aumentare la dipendenza dei consumatori. Lo stesso ho letto per alcuni prodotti alimentari destinati a cani e gatti: è possibile che per ragioni esclusivamente economiche le multinazionali della carta igienica aggiungano nell'impasto di cellulosa che successivamente riempirà il nostro carrello, poi il nostro portabagagli e infine finisce nel nostro miavetecapito, aggiungano dicevo una sostanza che, assorbita inconsapevolmente ogni volta che ci detergiamo, ci renda tutti come drogati e schiavi di quella marca? Come spiegare altrimenti che nei bagni dei supermercati la gente si sniffi senza ritegno i rulli di carta igienica con la scusa che è profumata e come rendere conto di quest’improvvisa passione per i multistrati? E lo spinello, siamo sicuri che la droga sia dentro e non sia invece costituita dalla carta igienica che sempre più spesso sostituisce le cartine?
Che faccio? Chiamo Le Iene o Striscia?

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