sabato 29 novembre 2008

L'alba

"Ho abbracciato l'alba d'estate.
Nulla si muoveva ancora sul frontone dei palazzi. L'acqua era morta. Le zone d'ombra non abbandonavano la strada del bosco. Ho camminato, ridestando gli aliti vivi e tiepidi, e le gemme guardarono, e le ali si alzarono senza rumore". - A. Rimbaud

Quando ho abbracciato la mia alba d’estate, ti giuro, non avevo nessuna predisposizione poetica. Anzi, come si suol dire… Ecco, ero grasso come un vitello, con un faccione da grasso e una pressione alta da grasso. Insomma non ero niente che potesse richiamare le folle e a Rimbaud gli facevo un baffo. Poi che ho fatto? Mi sono svegliato presto una mattina d’estate, un caffè veloce, scarpe da tennis, pantaloncini corti e via con gli altri grassi a camminare e correre per viale Repubblica. Il viale è fiancheggiato da una pista ciclabile di circa tre chilometri che va a infrangersi in fondo contro l’argine del fiume Tirso, un tempo spesso in piena. Sul lato destro, delle ville di recente costruzione e su quello sinistro dei campi nei quali s’alternano spighe di grano e piante di riso o dove pascolano delle pecore sormontate ognuna da un uccello bianco che le aiuta a sbarazzarsi dei parassiti. Non troppo lontano, all’ombra di una siepe di rovi, sonnecchiano e sbadigliano dei cani da pastore. Il sole comincia a spuntare presto. Se non mi sbrigo finisce che torno a casa in un bagno di sudore. Ho già la fronte bagnata e sulla maglietta si allarga una macchia che un po’ mi ricorda la Spagna. Ma come accelerare quando ti accorgi che lì a due passi, tra le canne fitte, scorre un fresco canale? Mi avvicino un attimo e vedo quello che non avevo mai visto prima: tre gallinelle d’acqua sorprese dalla mia presenza prima corrono sull’acqua poi prendono il volo in uno sbattere d’ali e si vanno a nascondere nel canneto vicino. Ho sentito dire che se ti svegli abbastanza presto può capitare di incontrare dei conigli… Ma non devo perdere il ritmo. Se mi fermo ad ammirare la natura finisce lo scopo. Allora mi accontento di guardare camminando. Quell’anno il campo era una risaia. Il sole nascente si rifletteva sull’acqua e faceva luccicare ogni cosa. Persino i gusci delle lumache diventavano del tesori per i quali avrei ucciso. L’alba è potente: quando trasforma tutto in oro e il tuo stesso sudore in paesi sei il padrone del mondo.

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