mercoledì 28 luglio 2010

Il blocco dello scrittore


Esistono delle maledizioni peggiori di quella di Tutankamon. La mia, per esempio. Come già sapete, ogni anno, ad agosto, il 15 agosto per l’esattezza, qualunque località di mare abbia scelto per trascorrere il ferragosto, ho le telecamere di Rai3 puntate direttamente sulle mie natiche. Sbucano così, all’improvviso, senza un motivo, out of the blue, proprio quando, più misteriosamente ancora, il mio enorme costume da bagno si trasforma in tanga. Io che prima di partire sono più che attentissimo a prendere i miei costumi giganti, quelli che mi fanno sembrare una medusa, mi ritrovo fatalmente in tanga. Eccole qua le telecamere! Mi seguono dappertutto, dal bagnasciuga a oltre le ultime boe, attente a ogni mio movimento e a ogni possibile via di fuga. Ci sono dei sub, dei sommergibili, che mi aspettano in acqua dal giorno prima, degli operatori che mi riprendono dall’elicottero. E sono delle dirette di almeno mezz’ora con zoomate e primi piani che non hanno bisogno di commento. Quando poi vengono a intervistarmi non parlano con la mia testa – perdonatemi la volgarità – ma con lui, il mio didietro. Il quale risponde! Nella sua lingua! E tutti ad ascoltare!

Ora firma degli autografi, scrive dei romanzi subito tradotti in venti lingue.

E io qui a prendermi la testa per una storia che non ne vuole uscire.

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