martedì 29 settembre 2009

Giuggiole



Il mio sogno ricorrente è una tavola imbandita di giuggiole. Lì, a destra, alcune ceste di giuggiole giganti, mature ma ancora croccanti. Di là, dei vassoi di giuggiole di media dimensione, quella dell'oliva per intenderci. Come dice un mio amico: vanno giù che è una bellezza! Un po' dappertutto, nei piatti, nelle ciotole, nei bicchieri, nelle bacinelle, nei sacchi di iuta, quelle piccole, che per esserlo, piccole, non sono meno buone. I noccioli vengono raccolti nelle buste, traboccano dalla spazzatura, ricoprono il pavimento di ogni stanza, si ammassano negli angoli, riempiono i vasi, le vasche, gli sgabuzzini, le verande.

Al mio fianco la compagna della mia vita. Troppo spesso guardiamo quelle nuvole minacciose.
"Quando non sarò più, fai che non manchino mai, fai che inondino gli orizzonti dei nostri figli, che questi possano mangiarne a sazietà, che scalino montagne di giuggiole piovute da ogni dove, che ne diventino i sacerdoti, i profeti, che sacerdoti e profeti diventino i loro figli, e i figli dei figli... Me lo devi giurare, ora..."
Lei tra le lacrime me ne fa solenne giuramento e io le giuro che finché avrò vita non le mancheranno mai, giuro che le giuggiole abbonderanno nella sua bocca come i versi in quella dei poeti. Assieme, più fiduciosi nell'avvenire, spalanchiamo porte e finestre e sorridenti contempliamo le nostre foreste di giuggioli deliziosi.

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